Rapporto 2022

Assicurati attivi: 3'148

Beneficiari di rendita: 1’631

Somma di bilancio: 818.4 mio

Grado di copertura: 95.3%

Il 2022 sarà ricordato a lungo come un anno particolarmente difficile sia dal punto di vista sociale sia per le tensioni sul sistema economico mondiale. La guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, ha aperto scenari geopolitici molto critici che in alcuni momenti hanno fatto segnare una allarmante escalation dei toni fra le parti coinvolte. Oltre all’incubo dell’arma atomica, le ripercussioni delle sanzioni applicate alle nazioni coinvolte hanno accelerato le dinamiche inflazionistiche, già iniziate nell’ultima metà dell’anno precedente. I problemi strutturali della supply chain mondiale oltre alle frizioni nel sistema globale dei trasporti e dell’approvvigionamento energetico hanno portato ad un livello d’inflazione nei paesi OCSE, mai raggiunto negli ultimi decenni. Nel corso del 2022, infatti, l’inflazione nelle principali economie mondiali ha conosciuto livelli paragonabili a quelli degli anni ottanta del secolo scorso. Di conseguenza, le banche centrali hanno abbandonato le politiche accomodanti promosse nel recente passato e innescato una successione di rialzi dei tassi d’interesse. La Federal Reserve (FED) è intervenuta cinque volte, con quattro rialzi di 75 punti base e uno di 50 punti a dicembre 2022. Anche la Banca Nazionale Svizzera (BNS), nello scrupolo di riportare l’inflazione sotto il livello del 2%, ha proceduto a due aumenti dei tassi nel 2022 di 75 punti base a settembre e 50 punti base a dicembre.In prospettiva, lo scenario generale dell’economia mondiale rimane soggetto a rischi significativi, la situazione energetica in Europa e in Svizzera potrebbe ulteriormente aggravarsi fino a portare ad un consolidamento dell’attuale livello d’inflazione, che potrebbe richiedere risposte di politica monetaria ancora più decise di quelle a cui abbiamo assistito nel 2022, soprattutto nella zona Euro e negli USA. In Cina, il repentino passaggio da una politica fortemente restrittiva nella diffusione dei contagi da Covid-19 a un’apertura quasi totale ha determinato un’impennata dei contagi e la consapevolezza che la pandemia da coronavirus costituisca ancora un’importante fonte di rischio per la salute dell’uomo e di instabilità geopolitica. In questo contesto, nel 2022 tutti i principali indici hanno conosciuto considerevoli correzioni verso il basso, mentre la volatilità si è mantenuta elevata durante tutto il periodo. La spinta inflazionistica ha determinato la fine dell’era di interessi negativi che in Svizzera è durata quasi 8 anni. Il Comitato investimenti della CPdL ha assunto decisioni mirate sia a limitare le perdite sia a cogliere i temporanei rimbalzi dei listini, soprattutto nella seconda metà dell’anno. Dal punto di vista ambientale, la crisi energetica in corso ha prodotto un certo raffreddamento dell’entusiasmo nato dopo la conferenza sul clima COP26 del mese di novembre 2021. La COP27, conclusasi il 20 novembre 2022 a Sharm el-Sheik, non è infatti andata oltre l’adozione di un programma di lavoro per la protezione del clima che non vincola esplicitamente i paesi con le più alte emissioni di gas serra, oltre all’istituzione di un nuovo fondo per sostenere i Paesi più vulnerabili nella gestione dei danni causati dal cambiamento climatico. La CPdL, per contro, ha ulteriormente intensificato le progettualità in ambito ESG (Environmental, Social e Governance) sia per quanto riguarda gli investimenti mobiliari, sia per quelli immobiliari. A complemento di questo importante investimento e nello scrupolo di monitorare costantemente nel tempo le emissioni di gas serra degli investimenti della CPdL, è stata conferita ad una primaria società del settore la realizzazione di un rapporto della sostenibilità che, in prospettiva, integrerà tutti gli attivi, mobiliari e immobiliari, in portafoglio secondo lo schema proposto dall’Associazione Svizzera degli Istituti di Previdenza (ASIP). Nel suo complesso, per l’esercizio 2022, il rendimento del portafoglio globale, composto per il 62.1% da attivi finanziari e liquidità e per il 37.9% da immobili, si attesta al -7.77% che fa segnare un decremento degli attivi di CHF 65 milioni. Secondo lo studio di settore pubblicato da UBS nel gennaio 2023, tale risultato è migliore rispetto a quello delle casse pensioni di analoga dimensione, che registrano un risultato medio del -9.53%. Inoltre, a seguito del progressivo e rapido incremento dei tassi d’interesse registrato durante l’anno appena conclusosi, il Consiglio direttivo, sentito il parere del Perito in materia di previdenza professionale, ha deciso di dotarsi di una procedura decisionale che consideri i fattori determinanti più significativi per definire il tasso tecnico più opportuno. Sulla base di questo modello il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare il tasso tecnico, che passerà dall’attuale 1.5% al 2.0% a partire dalla chiusura del bilancio del 2022. Infine, l’impatto sul portafoglio delle correzioni dei mercati azionari e dell’aumento dei tassi d’interesse ha portato a una riduzione del grado di copertura che si è attestato al 95.3%, rispetto al 99.1% del 2021.

La presente versione del Rapporto di gestione sostituisce quella pubblicata sul sito dal 17 maggio al 25 maggio 2023. Questo aggiornamento si è imposto in quanto il rapporto di revisione attestante il conto annuale, redatto dalla Società S&A Tax & Audit SA, era ancora basato sugli standard svizzeri di audit 2013 (PS 2013). Per tutti i conti annuali con data di chiusura dopo il 15 dicembre 2022 fanno invece testo gli standard di audit 2022 (PS CH 2022) e pertanto l’Ufficio di revisione ha adeguato la relazione al nuovo standard.

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